La cellulite è un problema diffusissimo che colpisce un gran numero di donne, le giovani come le mature, le donne in sovrappesso e in normopeso, alte, basse, modelle e commesse. Pochissime sono le donne che non conoscono questo problema, infatti colpisce circa otto donne su dieci, in maniera più o meno grave; può derivare da una predisposizione familiare ed è considerata la malattia femminile per eccellenza.
La cellulite è strettamente legata agli ormoni femminili, gli estrogeni, che favoriscono il deposito di grasso nel tessuto sottocutaneo. Interessa principalmente cosce, glutei, ginocchia, caviglie e più raramente, addome e arti superiori.
A volte presenta un carattere familiare e compare generalmente dopo la pubertà, con accentuazione e recrudescenza durante la gravidanza e la menopausa. Molto più spesso, invece, la causa dipende da uno stile di vita sbagliato correggendo il quale si può migliorare notevolmente la situazione.
Le cause sono varie, dalla dieta scorretta alla sedentarietà, dallo stress al tipo di abbigliamento che indossiamo (infatti, indumenti troppo stretti o tacchi troppo alti bloccano la circolazione), ma può essere causata anche da fattori di ereditarietà.
La prima tappa del processo che porta alla formazione della cellulite è costituita da un danno a livello delle vene che, per cause costituzionali o comportamentali, perdono la loro tonicità ed elasticità, provocando un rallentamento del flusso sanguigno in particolare a livello degli arti inferiori.
La causa di quest’alterazione va ricercata a livello cellulare, nel processo di scambio tra gli adipociti e il resto dell’organismo che avviene grazie alla rete capillare che circonda le cellule dell’ipoderma. Grazie a questa sottilissima parete di capillari e cellule, è possibile lo scambio di scorie e C02 con nutrienti e ossigeno; bastano però lievi squilibri per rallentare questo scambio e compromettere l’intero processo. Il sangue, ristagnando a livello dei capillari circostanti, ne provoca un danno con perdita di elasticità e permeabilità, per cui essi non sono più in grado di nutrire in modo adeguato i tessuti circostanti. Questo processo, lento ma inesorabile, provoca con il tempo un’infiammazione dei tessuti interessati, in particolare quello adiposo, determinando la cellulite, più correttamente indicata come “pannicolopatia fibro-edematosa.
La cellulite si evolve per fasi successive.
1️⃣ Il primo stadio della cellulite ha la sua origine proprio in questi micro-squilibri: le cellule e i capillari, infatti, per compensare la ridotta disponibilità di “nutrimenti”, ossigeno, ecc. possono reagire aumentando in modo abnorme la permeabilità della propria membrana, che diventa così più sottile e più fragile. A causa di piccolissimi traumi questa si può rompere, provocando la fuoriuscita di grasso che va a infiltrarsi in aree sempre più estese del lobulo adiposo, dando origine al fenomeno della cellulite. Con il tempo l’edema persistente tra le cellule adipose, determina un’alterazione del tessuto collageno che si trova tra esse, con un’abnorme proliferazione delle fibrille di collageno. Ciò determina la formazione di un tessuto adiposo più pastoso e duro che peggiora ulteriormente l’irrorazione sanguigna dei tessuti, determinando crampi e formicolii sempre più frequenti.
✳ Per risanare la situazione, bisognerebbe intervenire in modo da favorire il riassorbimento del grasso: questo sarebbe possibile eliminando le cause che hanno provocato il rallentamento del flusso sanguigno.
2️⃣ Se non avviene il riassorbimento, l’organismo reagisce isolando le zone in cui è stata alterata la struttura delle cellule dei lobuli, dando origine alla fase in cui avviene la produzione di nuove fibre di collagene che hanno il compito di incapsulare le zone colpite.
3️⃣ Il terzo stadio è caratterizzato dalla formazione di noduli che diventano sempre più grandi e dolenti al tatto e disseminati su cosce, ginocchia, fianchi e, in alcuni casi, anche sull’addome.
4️⃣ Nei casi più gravi si può raggiungere addirittura il quarto stadio, con un peggioramento di questi sintomi, aggravati da segni di insufficienza circolatoria (che risultano accentuati in caso di sovrappeso).
E’ evidente che più la diagnosi è precoce, più aumentano le possibilità di successo della terapia, ma questo non è per niente facile da fare perché le alterazioni iniziali non sono visibili ad occhio nudo, per cui occorrono degli strumenti specifici.
La cellulite è una vera e propria patologia che interessa non solo le cellule adipose ma anche il tessuto interstiziale e i vasi sanguigni più piccoli, che sono le venule ed i capillari sanguigni. L’alterazione di questi vasi, con conseguente difetto di irrorazione dei tessuti circostanti, determina un raffreddamento delle zone interessate che può essere rilevato con particolari strumenti. Più la situazione degenera, più fredda sarà la cute, a causa di una diminuita irrorazione sanguigna.
Ecco alcune regole generali da seguire: la prevenzione inizia sulla tavola.
Un corretto stile di vita, un’alimentazione equilibrata e adeguata fanno sì che pesantezza, gonfiori alle gambe e cellulite, causati da un rallentamento del circolo venoso, possano essere prevenuti e curati. Stipsi e ritenzione idrica sono, infatti, due tipici segnali di un insufficiente e scorretto esercizio fisico associato ad un’alimentazione scorretta.
✅ Un litro e mezzo al giorno è la quantità di acqua minima da assumere, magari lontano dai pasti per non diluire i succhi digestivi, permettere una buona diuresi e un’eliminazione ottimale delle sostanze tossiche e di rifiuto.
Nello scegliere gli alimenti da consumare nella dieta bisogna prestare attenzione a quelli che favoriscono il ristagno e gonfiano i tessuti.
❎ Il sale è il nemico numero uno per una dieta anticellulite, in quanto il sodio trattiene l’acqua all’interno dei tessuti impedendo il corretto scambio di liquidi tra la cellula e l’esterno.
Vista, però, la difficoltà a rinunciare ai sapori “forti”, un buon metodo sarebbe quello di seguire alcuni semplici consigli, come:
❎ Banditi gli eccessi di caffè (oltre 2-3 tazzine il giorno), di cioccolato e di bevande alcoliche (come vino, birra e liquori), poiché affaticano il fegato impedendo di espellere le sostanze di rifiuto.
✅ Da preferire invece gli alimenti freschi, ricchi di vitamine e sali minerali ad alto contenuto di fibra, vitamina C, E e Potassio.
✅ Frutta e verdura, (finocchi, indivia, sedano, carciofi, asparagi, carote, arance, kiwi, pompelmo, prugne fresche, albicocche e pesche) sono quindi da consumare in grandi quantità sia sotto forma di succhi, sia di centrifugato sono inoltre da prediligere quelle ricche di potassio, sostanza capace di contrastare l’azione del sodio, come piselli, patate, lenticchie, cipolla (soprattutto se viene consumata cruda), che hanno proprietà diuretiche, facilitando l’eliminazione dei liquidi in eccesso e delle sostanze di rifiuto. Inoltre, il loro apporto di fibra fa aumentare la velocità del transito intestinale, facilitando l’evacuazione delle scorie alimentari, riducendo l’assorbimento degli zuccheri e dei grassi, senza disturbare l’utilizzazione delle proteine e degli oligoelementi (ferro, rame, selenio, zinco, magnesio e calcio).
Si fa presente che, nel caso in cui fossero presenti delle patologie, non tutti gli alimenti presenti nella lista potrebbero esplicare effetti benefici, pertanto risulta indispensabile consultare uno specialista.
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