Per molti secoli, nell’Europa Centrale, il cavolo era l’alimento che garantiva la giusta quantità di minerali e vitamine, veniva seminato a marzo e raccolto dopo 9 mesi, a novembre, come accade con la gestazione dei bambini, per questo motivo simbolo di fecondità e di vita.
Alla piantagione e alla raccolta dei cavoli erano deputate le donne, chiamate levatrici, che dapprima spingevano la piantina nel terreno e, quando pronti per il raccolto, veniva presa la testa con due mani, fatta roteare delicatamente e reciso il gambo, esattamente come coloro che assistevano le donne durante il parto e tagliavano il cordone ombellicale.
Il cavolfiore appartiene alla famiglia delle Crocifere che ha come caratteristica comune un fiore con quattro petali disposti a croce.
I cavolfiori si distinguono in base al loro periodo di raccolta in: precocissimi, raccolti ad ottobre, precoci, raccolti tra novembre e dicembre, varietà invernali, raccolti tra gennaio e febbraio, e tardivi, raccolti tra marzo e maggio.
Possono essere distinti anche in base al colore:
Il cavolfiore ha poche calorie, solo 25 ogni 100 grammi di prodotto commestibile. È ricco di calcio, ferro, potassio e magnesio, vitamina C e B. È un ortaggio ricco di sali minerali: in particolare contiene 350 mg di potassio, 0,8 mg di ferro, 8 mg di sodio e 28 mg di magnesio.
Sono inoltre presenti importanti vitamine, come la vitamina A, la vitamina C e alcune vitamine del gruppo B e la vitamina K.
Grazie alle proprietà di questo vegetale, è possibile ottenere diversi benefici per l’organismo:
Il cavolfiore verde sviluppa la clorofilla, una sostanza molto importante per la produzione di emoglobina; il cavolfiore giallo è ricco di betacarotene, un potente antiossidante utile soprattutto alla salute degli occhi e della pelle; il cavolfiore viola è un incrocio tra cavolo broccolo e cavolfiore comune, ricco di carotenoidi e antociani, che svolgono la funzione di antiossidanti, sono sostanze in grado di ridurre i radicali liberi, di proteggere i capillari e di prevenire le infezioni, inoltre, esercitano un’azione di contrasto nei confronti dei processi cancerogeni.
Mangiare i cavolfiori in gravidanza significa anche migliorare l’accrescimento e le connessioni dei neuroni dell’ippocampo, una regione del cervello coinvolta nell’apprendimento e nella memoria. Le fibre in esso contenute, sono in grado di limitare e rallentare l’assorbimento intestinale degli zuccheri diventando un valido aiuto nel controllo della glicemia e del colesterolo LDL inoltre, la presenza di alcuni amminoacidi come l’acido glutammico, aiuta a combattere l’ipertensione.
Grazie alla presenza di molto calcio, fosforo e magnesio è utile per le donne in menopaura, oltre a fare bene a denti e ossa.
Sottoforma di zuppe, minestre o frullati è utile al riequilibrio della flora intestinale
Per la pulizia di questo ortaggio sarà sufficiente recidere le foglie verdi esterne e utilizzare l’influorescenza.
I cavolfiori sono un alimento molto versatile e possono essere cucinati in modi differenti, anche se mangiarli crudi consentirebbe a tutte le vitamine di permanere al suo interno e di non essere distrutte attraverso i metodi di cottura.
Non esistono ad oggi controindicazioni tra l’interazione del cavolfiore con determinate classi di farmaci.
Per il loro contenuto di acido ossalico, di purine e tiocinati potrebbero essere poco indicati a chi è predisposto ai calcoli renali, all’iperuricemia, alla gotta e alle disfunzioni tiroidee.
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